In vista di Parigi 2024, la campionessa azzurra ribadisce un messaggio fondamentale: “Devono riconoscerci come atlete al pari degli uomini”.

Lo sport e la parità tra donne e uomini: sono i principi fondamentali di Antonella Palmisano, la marciatrice azzurra che combatte da sempre gli stereotipi di genere. Classe 1991, nata a Mottola in provincia di Taranto, la medaglia d’oro di Tokyo 2020 si sta preparando a Parigi 2024 continuando a concentrarsi sul tema delle pari opportunità. L’adolescenza della regina pugliese della disciplina più dura non è stata facile.

Antonella Palmisano, Tokyo e la lotta agli stereotipi

Il padre della campionessa olimpica non voleva una figlia marciatrice. Da giovane, prima di entrare a far parte delle Fiamme Gialle a 19 anni, le era impedito di fare atletica perché donna. “Ma se questo divieto da un lato mi toglieva energie – racconta in un’intervista a Vanity Fair, dall’altro ha maturato e forgiato la mia determinazione”.

La strada degli stereotipi è una strada che percorri da sola – ricorda Palmisano –, lo sport mi ha aiutato in questo mettendomi davanti una verità nuda e cruda, o sei brava a mandarla giù o vieni schiacciata”. È con le sue vittorie che vuole valorizzare le figure femminili dello sport, anche con interventi nelle scuole presentandosi come un modello e una fonte di ispirazione per le nuove generazioni.

Un simbolo femminile, un segno uguale e un simbolo maschile
Antonella Palmisano ha sconfitto lo stereotipo di genere

Noi donne atlete abbiamo tutte il dovere di continuare a rincorrere il professionismo ed azzerare gli stereotipi – sottolinea la marciatrice –, nelle scuole porto avanti un progetto di questo tipo, mostro le mie medaglie ma anche i miei valori, dobbiamo essere le prime a fare qualcosa senza nasconderci dietro il ‘non ci è permesso’ e mi fa piacere vedere tante sportive che non si arrendono proprio come me, non so se tutto questo un giorno porterà a qualcosa ma quanto meno mi garantirà di non avere rimpianti e di poter dire che ci ho provato fino in fondo”.

I momenti bui nella sua vita sono stati parecchi. “Ho passato intere giornate a piangere – confessa in un’intervista a StartupItalia –, mi sentivo come chiusa in una bolla nonostante il mio team fosse sempre lì, pronto a risollevarmi. Ho sentito il bisogno di avere accanto una figura che seguisse anche il mio lato psicologico, ed è stato anche grazie al mio mental coach se sono riuscita a superare certi momenti di difficoltà”.

Antonella Palmisano marcia contro discriminazione

L’obiettivo, ampiamente raggiunto, di Antonella Palmisano è dimostrare come talento e intelligenza, tecnica e tenacia possano appartenere a tutti, indipendentemente dal genere. Per colpa dello stigma sociale e del pregiudizio, l’Italia è ancora molto indietro nel riconoscere lo status di professioniste delle atlete.

L’unica cosa che non mi va tanto a genio del mio lavoro – conclude la campionessa azzurra, tornata con il bronzo agli Europei di Budapest 2023 – è non essere riconosciuta come atleta al pari, ad esempio, di altri atleti. La mia disciplina per la maggior parte delle persone è uno sport sconosciuto. Da una parte provo una sensazione di frustrazione, mentre da un’altra mi sento spronata a fare sempre meglio e a dare sempre di più”.

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ultimo aggiornamento: 05-04-2024


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